Quest'alieno, apparso nella mia orbita terrestre aveva aperto una fessura nel mio quieto vivere. Rimasi immobile mentre i miei vestiti prendevano posto a terra, accanto ai suoi.

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...e, concessa al primo bacio,

osò tra le foglie del mio bosco

senza curarsi delle trappole

in un giorno che l’età infelice

si nutrì con il latte della lupa.

 

Era atteso quel massacro?

Fu la guerra del sangue.

Chi ha vinto?

Chi ha perso?

 

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Tra il biancore del lenzuolo, nella penombra, filtrava il riflesso della luna e la vittoria della luce s’arrese sulla risacca d’un’onda che lambiva la riva e la sabbia si rimodellò al vento.  

In punta di spada s’innalzò

un canto alla sua giovinezza.

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Un canto dolcissimo ferì il tallone d’Achille.

Fu un dolcissimo canto a turbare Venere che presto venne a carezzare le bianche pianure intorno alla porpora dei suoi piccoli capezzoli.

Un dolcissimo canto strisciò sul languore delle sirene tentatrici.

E fu il canto dolcissimo delle mani che si toccavano al ritmo quieto delle dita...

dentro la pelle liscia...

dentro la deriva del petto...

dentro la magica creazione della natura, tanto generosa nel plasmare con grazia quel fiore assassino sul ventre. coppia.jpg (23430 byte)

Immersa in un piacevole dormiveglia, la mia faccia si nascose sopra il suo collo. Poi solo stanchezza e voglia di dormire.

L’alone del primo albore iniziò a balenare pieno d’accuse mentre l’astro d’argento s’arrendeva all’aurora che, come una spina spezzata, s’agitava tra i grovigli dei rovi.

Mi risvegliai da sola nel mio letto.

L’unica visione che affiorò alla mente fu il ricordo di essere approdata nell’isola di Venerdì.

"Credi che lo rivedrai ancora?" Mi domandai spezzando la quiete del sonno.

Continuai a dormire incurante dell’autunno.

Incurante d’una gratificante memoria.

 

 

 

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Il suo sorriso, adagio, m’avrebbe spogliata dai giorni che sarebbero andati via senza dire niente e adagio si sarebbe posata la polvere su ciò che improvvisamente era andato in frantumi…

e mi sentii guarita dal tormento.

Tutto potrebbe essere semplice? E la vita semplice sarebbe più semplice se solo noi non la complicassimo!  

Senza una ragione l’erba si secca d’estate.

Senza una ragione un nulla che a nulla sfugge: fugge.

Senza una ragione le nubi procedono,

Senza una ragione vanno a formare la tempesta.

Senza una ragione prima o poi una foglia si stacca dal ramo Senza una ragione s’allontanò lasciandomi nei disegni

i contorni d’una nuova solitudine.

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(Senza una ragione sparì come un miraggio nel deserto).

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